ROMA – «Un intervento incomprensibile, che va in assoluta controtendenza
rispetto a quanto accade nel resto d’Europa e che non tiene conto degli effetti
negativi dell’aumento delle tasse, dalla mancata tutela dei giocatori, fino
alla rinuncia al mercato italiano da parte degli operatori di gioco». E’ il
commento, ad Agipronews, di Moreno Marasco, presidente dell’associazione degli
operatori di gioco online Logico, alle misure introdotte dal Governo
nell’ultima versione della manovra.
«In Spagna si è passati dal 25% al 20% di tasse sul gioco per agevolare il
contrasto al gioco illegale, in Italia invece si punta su aumenti lineari della
tassazione che produrranno un’inversione nel percorso virtuoso, che negli
ultimi dieci anni ha fatto emergere l’illegalità». Secondo Marasco il danno non
è solo economico, «anche se in una manovra di bilancio quello dovrebbe essere
il primo obiettivo. Ci sono, però, anche aspetti etici da considerare, come le
minori garanzie per i giocatori. In ogni caso si rischia di allontanare gli
operatori, di creare un meccanismo di espulsione o autoespulsione dei
concessionari, che non garantirà il gettito su cui si fa affidamento. Le
relazioni del governo puntano anche su nuovi concessioni – e anche su quello,
l’online le sta ancora aspettando dopo la gara – ma tra aumenti, decreto
dignità, webtax, potrebbe esserci una rinuncia al mercato italiano».
Previsioni dunque «troppo ottimistiche e basate sull’esistente, mentre non
serve la sfera di cristallo per dire che i numeri su cui si fa affidamento non
tengono conto dell’emersione avvenuta in questi anni. Pur assorbendo gli
effetti di sviluppo dell’industria, tra effetti novità e rilanci, la proiezione
potrebbe essere molto più negativa». Ma alla base delle scelte del Governo,
sostiene ancora Marasco, «c’è un vizio ideologico, questo è evidente, come
accaduto per il decreto dignità che ha avuto impatto su una delle parti
virtuose del comparto. Sono tutte manovre perpetrate senza avere contezza della
realtà del settore. Noi siamo sempre a disposizione dell’esecutivo, lo abbiamo
già proposto in tutte le maniere, come anche altre sigle e aziende del settore,
ma il nostro interlocutore è sordo».
PG/Agipro